Twilight

Quando Bella Swan prende la decisione di trasferirsi dalla soleggiata Phoenix alla piovosa Forks per andare a vivere con Charlie, il padre, e far sentire così libera la madre di seguire il suo nuovo marito, Phil, giocatore di baseball di serie B, nei suoi viaggi per lavoro, non sa che la sua vita cambierà radicalmente. Nella nuova scuola Bella è ben accolta da tutti i ragazzi ma a catturare la sua attenzione è solo uno di questi: Edward Cullen, l’immagine della perfezione. Frequentando le stesse lezioni, Bella interpreta come odio l’ostilità di Edward nei suoi confronti finché egli non la salva dall’essere investita da un furgoncino grazie ad una forza straordinaria. Mille domande assalgono Bella e a nessuna di queste riesce a trovare risposta fino a quando un suo amico d'infanzia, Jacob Black, membro della tribù Quileute, le racconta un’antica leggenda riguardo proprio la famiglia Cullen e i Quileute. Leggenda che presto Bella scoprirà essere Realtà. Twilight è diventato la parola d’ordine tra milioni di teenager. Un romanzo che rientra nel genere fantasy dalle note un po’ gotiche. Una scrittura molto semplice, elementare e ripetitiva. Una storia che si fonda sull’Amore principalmente, ma la vera causa da cui nasce questo grande Amore tra i due protagonisti, Bella ed Edward, è spesso carente e ciò che doveva avvicinarsi al romanticismo spesso si trasforma in egoismo. L’abilità di S. Meyer sta nel fatto di aver creato due personaggi “modello”, da una parte si ha Bella, una comunissima diciassettenne carina ma estremamente goffa con l’abitudine di cacciarsi nei guai, nella quale ogni lettrice si può immedesimare e questa operazione viene facilitata anche perchè lei è la narratrice in prima persona; dall’altra si ha Edward, lo stereotipo del ragazzo bello e misterioso e proprio questa sua bellezza sottolineata all’infinito fa in modo che tutte le “Bella” possano sognare come “grande amore” Edward. L’azione nel libro è fin troppo limitata, si tratta più del “nemico di turno” che la famiglia Cullen deve assolutamente combattere per salvare (ancora) Bella. Una storia che l’autrice afferma di aver iniziato a comporre dopo aver sognato dei vampiri che giocavano a baseball (magari mentre ascoltavano i Muse) e che a mio parere poteva esser sfruttata molto di più, magari con un maggior impegno soprattutto a livello linguistico e stilistico. Un libro che comunque sta avendo il suo successo, commercializzato in ogni maniera grazie anche alla versione cinematografica che ne è stata fatta. Un libro che ho trovato gradevole e che consiglio a chi ha voglia di una lettura non impegnativa, passiva e senza troppe aspettative.