Io&Marley

Tratto dall’omonimo best seller autobiografico del giornalista John Grogan, “Io&Marley” è una commedia che io definirei semplice perché non ha alcun tipo di pretese e dunque non è forzata in nessun aspetto. E proprio per questa sua caratteristica riesce a coinvolgere il pubblico. “Io&Marley” è obiettivamente quello che si usa dire “un film per tutta la famiglia” ma forse solo una parte specifica di spettatori riuscirà ad andare oltre la rappresentazione dello spaccato di vita quotidiana di una famiglia, quella che ha o ha avuto un amico a quattro zampe. “Io&Marley” narra infatti di come va evolvendo la vita di una giovane coppia di sposi, John e Jenny, che dopo essersi trasferiti in Florida intraprendono la carriera di giornalisti. Trovata la stabilità, Jenny ritiene che il momento opportuno per avere un figlio sia arrivato ma John è spaventato dall’idea di diventare padre, così, su consiglio del suo amico e collega Sebastian, le regala un cucciolo di Labrador Retriver. Marley, così chiamato in onore di Bob Marley, è un cane che si rivelerà presto pieno di vita, scatenato, indomabile, ingestibile ed ineducabile anche da un’addetta educatrice di cani. Il perfetto cane combinaguai a cui però è impossibile voler bene. Con il passare degli anni cresce Marley e cresce la famiglia, che si allargherà con ben tre figli. Un quadretto di famiglia in cui si iniziano ad alternare momenti di felicità a momenti di difficoltà. La fatica e lo stress cominciano a farsi sentire e l’inevitabile crisi di coppia arriva. Per Jenny la soluzione a tutti i problemi sarebbe liberarsi di Marley ma presto capirà dell’insensatezza di questa sua decisione in quanto anche lui è la sua famiglia e così come i due coniugi sono ormai affezionati alla stabile figura di Marley, lo stesso si può dire dei figli, anche se piccoli. Marley è insomma il collante della famiglia. “Io&Marley” si concentra sul rapporto padrone-cane ma è Marley a diventare protagonista indiscusso del film, tanto che spesso il ruolo degli attori principali passa in secondo piano. Ciò che si vuole fare intendere è che prendere la decisione di avere un cane vuol dire avere anche la presa di coscienza di stare per prendersi cura non di un peluches, ma di un essere vivente che ha un cuore e, per quanto dir si voglia, un’anima. Il rapporto che si viene a creare è un rapporto magnifico di fedeltà reciproca e in cui, alla fine dei conti, è il cane stesso che riesce ad insegnare all’uomo dei valori fondamentali quali sapersi prendere cura di chi ha bisogno, saper dare senza che ci venga richiesto, riconoscere che un semplice gesto può valere più di ogni altra cosa se fatto con sentimento, avere responsabilità ma soprattutto insegna cosa voglia dire ricevere e dare amore in maniera incondizionata, perché un cane non ti riempie solo le giornate, ti riempie il cuore stesso. Ma così come si condividono gioie e divertimenti insieme, così, sempre insieme, bisogna saper affrontare il momento dell’ “arrivederci”. Un film che io ritengo essere un vero e proprio tributo per tutte quelle persone che hanno o hanno avuto l’onore di condividere una parte della propria vita con una creatura speciale quale è un cane.