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»Mrs.Smith«
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James:
Non avendo nulla da fare e nonostante fossi in preda ad un momento di rabbia nei confronti di mio fratello e di me stesso, soprattutto, per aver ceduto ancora una volta all'alcool e per aver rotto l'auto di mio padre, decisi di non allontanarmi da quell'ambiente così pieno di adolescenti brufolosi e problematici che sembravano sentirsi già realizzati, con le idee chiare e un futuro già programmato. Cheerleader, giocatori di basket, di football, secchioni che non avevano una vita sociale ma perlomeno avevano la matematica a renderli felici, mi facevano sentire un fallito. Non è passato tanto tempo dal mio ultimo anno di liceo. Ricordo ancora i miei amici pronti per andare al college, entusiasti e pieni di vita. Al contrario, io ero rimasto ancorato a quella realtà che mi faceva sentire il re del mondo. E poi...tutti quasi laureati mentre io il lava cessi di un bar...di mio zio!...più sfigato di così si muore...Ma non era il momento giusto per riempirsi di pippe mentali. C'era qualcosa di più importante a cui dedicarmi: le ragazze.
Così per passare il tempo, fermai la prima ragazza "passabile" che mi sorrise.
Edited by »Mrs.Smith« - 25/5/2012, 14:14
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